Sant'Antonio 2015: il gruppo "La Pemmadora" ripropone i canti di questua

Anche quest'anno, dal 15 al 18 gennaio, il gruppo 'La Pemmadora' dell'Istituto Tecnico Agrario 'Celso Ulpiani', con i tipici abiti 'campagnoli' e le mantelle scure, ripropone i canti di questua in onore di Sant'Antonio Abate, fondatore del monachesimo, protettore degli animali, nemico del demonio e invocato per la cura delle malattie della cute.
L’edizione del 2015 è stata organizzata in collaborazione con l'Associazione Laboratorio 14 ed il Gruppo vocale diCanto inCanto e l’associazione Gigaro 88 composta prevalentemente da ex allievi dell’Istituto Agrario. L’intenso programma prevede, come tradizione, tantissime poste ad Ascoli, Castel di Lama, Offida, Montedinove, Porto d’Ascoli; quindi nei paesi dell’interno come Acquasanta, Arquata.
Si andrà a far visita alle scuole e alle case di riposo. La novità dell’edizione 2015 è la visita alla facoltà di Architettura, nella sede dell’Annunzia che è stata la prima sede della Scuola Regia Agraria di Ascoli fondata nel 1882. Si sa che il re della festa è il porco, pertanto il gruppo, approfittando del periodo delle 'mmasciate' farà visita anche alle aziende agricole, La vergara, l’agriturismo il Fienile, Cartofaro, l’Orto di Paolo della cooperativa Pagefa, gli orti sociali di Porto d’Ascoli, che accoglieranno i questuanti nell’aia.

Un falò sarà il segnale che il gruppo è ben accetto. I momenti più suggestivi di questa lunga kermesse saranno l’apertura e la chiusura dei festeggiamenti: la prima ad Offida, il 15 gennaio, in cui la festa di S. Antonio apre ufficialmente il grande carnevale; l’ultima il 18 gennaio, a Montedinove, in cui il gruppo parteciperà alla messa, poi alla processione con la statua del Grande Santo, la benedizione degli animali, quindi festeggerà con gli abitanti del posto cantando lungo vie del paese e nella campagna circostante con la speranza di rimediare qualcosa da mangiare e qualche soldino da spendere per il viaggio d’istruzione di fine anno.
Speranza quasi sempre esaudita, in quanto la minaccia di ricevere i tremendi canti di maledizione è da tutti vista come una grande sciagura da evitare.

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