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Giornata sulla neve - Montagna dei Fiori

Per le prenotazioni chiamare o mandare un messaggio a Fabio Ascarini (3206398451)

"Non serve raddrizzare il fiume tagliando le piante e lasciando il terreno nudo, pronto ad essere portato via dalla prossima piena"


Le associazioni Gigaro88, Legambiente Ascoli Piceno e Italia Nostra criticano l’intervento che si sta realizzando sull’alveo del fiume a Monticelli. “Da alcuni giorni – scrivono le Associazioni in una nota - una ditta sta effettuando dei lavori di taglio di piante e di canalizzazione dell’alveo del fiume, che a nostro modesto parere non comportano alcun beneficio , anzi si configurano come l’ennesimo spreco di risorse pubbliche. I fatti accaduti in Liguria, a Messina ed in molte parti del nostro delicatissimo territorio, attribuibili in massima parte a una sbagliata gestione e pianificazione, invece che servire di ammonimento, non ci hanno ancora insegnato niente. Purtroppo i nostri amministratori continuano a pensare che il problema siano le piante che, a detta loro, ostruirebbero l’alveo del fiume.  E’ ovvio che i fossi debbano essere puliti dai rifiuti o da alberi secchi, ma la vegetazione viva, i salici e le canne lungo gli argini non possono essere la causa del dissesto idrogeologico, anzi la loro funzione è quella di contenere l’acqua evitando danni ingenti più a valle. Se è vero che, purtroppo, i corsi d’acqua sono ormai compromessi e soffocati dall’uomo al punto che l’acqua può diventare una “bomba distruttiva”, la soluzione non è certo l’eliminazione della vegetazione. In realtà il problema è che, continuando a costruire nell’alveo del fiume, continuando a cementificare i fossi, trasformandoli in condotte forzate, si riducono sempre di più gli spazi a disposizione del fiume, le cosiddette aree golenali, cioè le aree che naturalmente si allagano (e che si devono allagare ) quando il fiume è in piena.  Secondo i nostri amministratori bisogna pulire i fossi e gli alvei dei fiumi e quindi, di conseguenza, tagliare le piante perché l’acqua deve scorrere il più velocemente possibile.  Ma in questo modo, invece di mitigare gli effetti delle piene, si fa l’esatto contrario; infatti l’acqua del fiume, non incontrando più alcun ostacolo, aumenta la sua velocità e potenza distruttiva, che si scarica più a valle; tanto più se il fiume è stato “raddrizzato” da interventi di questo tipo e trasformato in una vera e propria “autostrada dell’acqua”.  La strategia della “bella pulizia di fossi, canali e corsi d’acqua ” che ha portato le ruspe lungo le sponde, con movimenti di terra e asportazioni esagerate, si è dimostrata fallimentare, sia dal punto di vista idraulico che ecologico. I benefici di tali interventi, comunque di breve durata, sono sicuramente inferiori ai costi (includendo anche quelli ambientali). Questi interventi contrastano tra l’altro con il progetto di riqualificazione del Fiume Tronto elaborato dall’Autorità di Bacino del Tronto, che invece prevede interventi molto più sostenibili, meno costosi e certamente meno invasivi di un intervento di questo tipo, che è il tradizionale intervento idraulico che si fa da decenni in modo sempre uguale, con dubbi risultati.

GIGARO 88 - LEGAMBIENTE - ITALIA NOSTRA

"L'assessore pensi ai suoi compiti"

Dal "Corriere Adriatico" di Martedì 6 Dicembre leggiamo e pubblichiamo questo trafiletto, segno che non siamo solo noi a pensarla in questo modo. Anche un altro componente del consiglio comunale ha visto tutto quello che è successo in Via della Rimembranza, come da noi sottolineato con un articolo qualche tempo fa. Tutto ciò dopo che l'assessore Travanti è uscito qualche tempo fa sui giornali con un articolo criticando i dipendenti comunali fannulloni.


Ascoli Isopi si rivolge a Travanti: “Lo invito ad operare meglio nel suo ambito che è la manutenzione e la tutela del verde cittadino. Eviterà che si ripetano episodi quali alberi che cadono sulle auto come è successo in via della Rimembranza. Furono distrutti sei veicoli e questo non è imputabile soltanto alle intemperie, ma anche all’incuria. Delle pratiche per i rimborsi non si sa nulla, mentre sei cittadini sono ancora senza auto”.
F.A.


Porta Maggiore e il problema dei parcheggi. Ci chiediamo: auto o pedoni?



Leggiamo sui giornali l’intervento del consigliere regionale Valeriano Camela a proposito della riqualificazione di Porta Maggiore e della necessità di parcheggi. Conosciamo bene la sua professione di medico che esercita con passione e competenza, ma non sappiamo da quanto si occupi di urbanistica. Scopriamo dall’articolo, e ci sentiamo in colpa per non esserci documentati prima, che egli nel 2009 aveva presentato una petizione che prevedeva la trasformazione “a spina di pesce” dei parcheggi di Via Benedetto Croce, e di aver messo in guardia l’Amministrazione dei rischi derivanti dall’entrata a regime del complesso residenziale di via Firenze. Camela conclude dicendo che “il problema parcheggio è così impattante, alla luce delle grandi difficoltà lamentate dai residenti, dai commercianti e dai loro clienti, che sarà adeguatamente rappresentato…” Non si può affrontare un problema così complesso in modo così superficiale. Come associazione Gigaro 88, che da  tempo si occupa delle problematiche riguardanti la qualità della vita nell’ambiente urbano e la sua sostenibilità, ci verrebbe voglia di dire: adesso che il danno è fatto, arrangiatevi!!!. Qualcuno sarà pure responsabile di avere creato un quartiere con così tanti problemi. Chiediamo al consigliere: quei residenti che si sono lamentati dell’assurda e spropositata colata di cemento del comparto Firenze, qualcuno li ha ascoltati? È comodo e vantaggioso rispondere alle richieste dei commercianti; è normale e scontato che chiedano più parcheggi. Ma sono solo questi i cittadini che il consigliere ascolta? È mai andato nel piccolo Parco Orlano a vedere quanta gente lo frequenti? È sempre pieno di anziani, bambini con genitori e nonni chiusi in un recinto circondato dal cemento e dall’asfalto che sperano con ansia nell’allargamento del giardino verso lo spazio attualmente utilizzato dal Corpo Forestale. Perché non darsi da fare per questi cittadini che, purtroppo, fanno meno chiasso e meno richieste ai nostri amministratori? Piazza Immacolata e buona parte del quartiere di Porta Maggiore costituiscono una “mostruosità” dal punto di vista urbanistico, con standard di verde decisamente al di sotto dei valori minimi indicati sia a livello nazionale che europeo, con una distribuzione abitativa irrazionale ed un carico di auto insostenibile, frutto di una pianificazione urbanistica decisamente fallimentare.  Ci colpisce leggere che una delle soluzioni del problema è la trasformazione a spina di pesce del parcheggio di via Benedetto Croce, immaginiamo  sulla falsariga di via Napoli. Come al solito vincono le auto. Siamo stati contrari alla trasformazione di via Napoli e lo siamo anche per via B. Croce. Sappiamo di caricarci addosso oltre le ire dei commercianti anche quelle degli abitanti del posto a cui servono i posti macchina, ma siamo anche convinti che, seguendo la filosofia che rincorre i bisogni nati da errori di pianificazione e programmazione, si entra nella solita logica dell’emergenza che , come in altri campi, ha deturpato e degradato il territorio e le città. Le due vie, può piacere o non piacere, comunque erano state progettate per i pedoni oltre che per le auto. Si pensi che negli anni ’60 in via B. Croce si vedevano giocare i bambini a pallone nelle aiuole spartitraffico, continuamente redarguiti dai vigili; era un segnale già allora della penuria di spazi verdi fruibili a cui gli amministratori avrebbero dovuto rispondere aumentando gli spazi verdi invece che pensare solo a costruire. La soluzione attuata per via B. Croce, di spostare il parcheggio a sinistra della carreggiata e collegare l’aiuola spartitraffico alla piazza, scaturita dall’esigenza di risolvere il problema delle montagne russe create dalle radici degli alberi, è stato un compromesso che, comunque, ha cercato di accontentare le auto senza sacrificare il verde e lo spazio per i pedoni. In via Napoli si è scelta invece la strada del parcheggio a spina di pesce per aumentare i posti macchina che ora invadono l’aiuola spartitraffico determinando la difficoltà per i pedoni di percorrerla se non per il desiderio di fare una gimcana assurda. Chiediamo al consigliere regionale di battersi di più per avere più verde nelle nostre città, più spazi fruibili da tutti i cittadini, per allargare il Parco Orlando, per salvaguardare il Giardino Botanico dell’istituto Agrario dai grandi rischi che corre.  Non dobbiamo correggere gli errori commessi in passato con altri errori più gravi. Anche l’aiuola spartitraffico di via Benedetto Croce, per quanto piccola, rientra fra le tipologie di verde pubblico a servizio dei cittadini e, come tale, va salvaguardata.

La Venuta: manteniamo accesa una tradizione

Riviviamo nel magnifico scenario delle frazioni di Pozza e Umito nel Parco Nazionale dei Monti della Laga una tradizione particolarmente sentita nell'ascolano: "La Venuta". In onore della venuta della Madonna di Loreto si accendono dei grossi fuochi per indicare alla Santa Madre la via per il colle di Loreto. Un aspetto da sottolineare è che questa manifestazione viene organizzata interamente dai giovani del paese: in particolare particolarmente attivo anche a cercare la nostra collaborazione è stato Gianmario Giobbi, studente dell'Istituto Tecnico Agrario "Celso Ulpiani". Dopo aver acceso e cantato attorno al falò di Umito, ceneremo all'agriturismo Laga Nord con i piatti della tradizione: gli spignoli e quindi vino novello e castagne. Dopodichè ci si sposterà a Pozza per concludere la serata. Per qualsiasi informazione, prenotazione non potete che scrivere come sempre alla nostra mail gigaro88@alice.it

F.A.