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Il miglioramento forestale della Montagna dei Fiori



Lo scorso aprile sono iniziati i lavori di miglioramento forestale dei boschi della Montagna dei Fiori, (nelle proprietà del comune di Ascoli Piceno), il principale “polmone verde” della nostra città. Ricordiamo in breve che questi boschi sono stati piantati prevalentemente a partire dagli anni '50, sia per dare lavoro in un momento di forte crisi, come quello successivo alla seconda guerra mondiale, sia per migliorare la nostra montagna, che fino ad allora era stata privata della sua vegetazione naturale (faggi, carpini, querce, castagni, ornielli, ecc) per fare spazio all'allevamento di bestiame e alla povera agricoltura di montagna.
Così, nel volgere di pochi decenni, la nostra montagna è tornata verdeggiante, grazie alla messa a dimora di decine di migliaia di piantine di conifere: pino nero, pino silvestre, cedri e cipressi oggi ricoprono il suo versante settentrionale, dal Colle S. Marco fino a S. Giacomo.
Questi boschi, cresciuti più o meno rigogliosi, avrebbero avuto bisogno di “cure colturali” adeguate, per consentire loro di svilupparsi al meglio e soprattutto, di “preparare il terreno” al ritorno delle specie nostrane, come appunto faggi, carpini, querce, castagni, ecc, ciascuno secondo la propria fascia altitudinale.
Foto dal cantiere
Lo scopo principale del lavoro di miglioramento che si sta attuando è proprio quello di far ritornare gradualmente le latifoglie autoctone sulla nostra montagna, sostituendo man mano le conifere piantate dall'uomo sulla base delle caratteristiche ecologiche e lo stadio evolutivo di ogni singola “stazione”. Le conifere hanno ormai svolto la loro funzione: protetto il suolo dall'erosione, prodotto ossigeno ed accumulato anidride carbonica e creato le condizioni per il ritorno delle nostre latifoglie autoctone. Queste infatti, essendo piante nostrane, sono meglio adattate al clima ed al suolo, hanno una maggiore longevità e resistenza meccanica e ospitano una più ricca diversità biologica a garanzia di una maggiore stabilità ecologica, senza trascurare la minore suscettibilità agli incendi boschivi. I bosco, inoltre, potrà riconquistare il suo peculiare valore paesaggistico fatto di cromatismi mutevoli a seconda delle stagioni. I lavori di miglioramento forestale in atto consistono nella parziale e graduale eliminazione delle conifere, in particolare degli alberi schiantati, inclinati, sottomessi e secchi. Vengono  invece rilasciate tutte le latifoglie autoctone che, così liberate da una buona parte del vecchio soprassuolo sempreverde, possono crescere più in fretta.

Alcune curiosità: non tutte le latifoglie hanno lo stesso valore, per esempio alcune specie introdotte, come la robinia (detta acacia) e l'ailanto o albero del paradiso, sono da considerarsi specie indesiderate ed infestanti, in quanto impediscono l'affermazione delle specie nostrane e determinano una “bassa qualità ambientale”.
Foto del cantiere
Inoltre, sebbene le piante secche siano generalmente da eliminare, in un contesto boschivo ed ecologico più ampio esse sono importanti in quanto il legno morto ospita un gran numero di forme di vita: insetti, formiche, funghi, ecc che sono la base alimentare di molte specie superiori come picchi, cince, pipistrelli e altri piccoli mammiferi. Pertanto non vi meravigliate se talvolta, ovviamente lontano da case e strade, troverete dei tronchi marcescenti a terra e degli alberi secchi in piedi; questi contribuiscono ad ampliare la ricchezza biologica dei nostri boschi!

I lavori sono eseguiti dalla Cooperativa Lignum, affiliata al Consorzio di Cooperative Il Picchio, coordinati dal Dott. Giorgio Marini e dall'Associazione Gigaro88.
Il presente lavoro può essere considerato un progetto pilota, in quanto si prevede l'utilizzo del materiale ricavato per la produzione di energia da biomasse, migliorando, a costo zero, i boschi della Montagna dei Fiori.

L’Associazione Gigaro88 è disponibile ad accompagnare le scuole e quanti siano interessati ad osservare direttamente sul posto i risultati dell’intervento di miglioramento forestale e leggere il linguaggio del bosco in tutte le sue fasi evolutive.

ABC e Off: AperyBiCycle con Gigaro88

Ascoli Bike Cargo: è l'attività del giovane ascolano Valerio Vitelli che con l'associazione OFF (Only for Fun) organizza ogni Giovedì i fantastici AperyBiCycle invitando le persone a fare un giro per la città, esplorando posti dove i motori non arrivano, promuovendo l'utilizzo di un mezzo che rispetta in modo assoluto la terra che abbiamo sotto i piedi e l'aria che ci circonda.
Un momento dell'aperitivo
Valerio Vitelli di OFF e Fabio Ascarini di Gigaro88
Giovedì 27 Giugno un itinerario studiato insieme a Fabio Ascarini, di Gigaro88, che ha fornito il supporto didattico, ha portato gli "aperitivisti" a scoprire le bellezze naturali e il verde urbano della nostra città. Partenza da Piazza San Tommaso e poi via lungo la pista ciclabile per raggiungere i giardini pubblici dove c'è stata la prima sosta per ammirare e parlare degli alberi più interessanti. Quindi, dopo una breve sosta al "Gioli" per far notare quello che resta del Fagus sylvatica cv asplenifolia, i ciclisti si sono diretti verso il parco dell'Annunziata. E' stata l'occasione per parlare di questo grande parco urbano situato sul colle che sovrasta il centro storico; dopo aver raccontato la storia anche i presenti hanno notato che tutto quel patrimonio verde necessità di più cura e manutenzione. L'aperitivo vero e proprio è stato poi gustato sulle scale che conducono dal convento dell'Annunziata alla Fortezza Pia, su un balcone da cui si gode di un panorama stupendo. 

Collaborazioni di questo genere tra associazioni non fanno altro che accrescere il valore di queste organizzazioni che possono dare tanto al nostro territorio. AperyBiCycle è un modo "simpatico" per scoprire le bellezze nascoste della nostra città e valorizzare i prodotti locali, visto che durante l'aperitivo sono stati consumati i prodotti delle attività a cui ABC offre il suo servizio. (rigorosamente attività ascolane) 
Grazie a Valerio Vitelli per aver chiesto il nostro supporto, che proseguirà anche nell'iniziativa "Naturali affluenze", giornata di passeggiate guidate, mostre, concerti che si svolegerà lungo la pista ciclabile sul Torrente Castellano.

Foto: Pierluigi Giorgi

Festival dell'Appennino, a Vallegrascia alla ricerca delle erbe di montagna con Gigaro88


Camillo Di Lorenzo e Giorgio Marini in un momento della passeggiata
Al termine della passeggiata, tavola rotonda con il prof. Di Lorenzo e l’antropologo Polia

Sventola in alto, all’ombra del Vettore, il drappo del “Festival dell’Appennino” con il suo carico di storie, di sapienza, di racconti popolari e di vita vissuta. A fare da cornice ad un nuovo appuntamento della rassegna è stata la frazione di Vallegrascia, minuscolo e ridente borgo del comune di Montemonaco, che ha richiamato tantissimi amanti della natura alla scoperta di diverse specie di erbe montane.

Il gruppo, formato da famiglie, giovanissimi, adulti e qualche amico a 4 zampe, si è inoltrato, in prima mattina, lungo un sentiero in salita ricchissimo di essenze e tipiche piante d’altura che rappresentano, a detta degli esperti, una straordinaria riserva per preparare tisane, pozioni curative e miscele: il tutto secondo le migliori tradizioni popolari. La camminata nel cuore verde è stata impreziosita inoltre dalle spiegazioni scientifiche del prof. Camillo Di Lorenzo che, in collaborazione con l’“Associazione Gigaro 88”, ha illustrato, con grande spessore e competenza, le caratteristiche e le qualità di alcune tipologie di erbe che crescono proprio nell’entroterra piceno.
A entrare nei dettagli, non solo tecnici ma anche culturali e antropologi, è stato poi il professor Mario Polia che, al termine della bella camminata, ha affascinato i numerosi presenti radunati nella piazzetta del paese, con le sue erudite dissertazioni in un ambito, come quello dell’erboristeria tradizionale, che, a suo dire, ha fortissimi legami con la filosofia, con la religione, con la scienza e soprattutto con la medicina naturalistica.

“Ogni erba è una realtà complessa, direi quasi a sé, come sostengono gli anziani delle Ande ogni esemplare è composto da un’anima, da un corpo e da una mente – ha spiegato l’insigne antropologo nonché Direttore del Centro Studio Tradizioni Picene – quindi è importante entrare in contatto con il loro mondo, con la loro terra d’appartenenza, con le loro capacità rispettando sempre gli equilibri che regolano la cosmogonia che le circonda. Per questo, per trarre il massimo beneficio da ogni erba, che sia da tavola o medicinale, è necessario osservare le fasi lunari prima di procedere alla raccolta, così come osservare nei dettagli usanze tramandate da generazioni in ossequio a semplici ma basilari regole millenarie”.

Parole di ringraziamento per la nutrita presenza di escursionisti e per gli alti contributi offerti dai relatori sono state espresse dal Sindaco di Montemonaco Onarato Corbelli e dall’Assessore Provinciale alla Cultura Andrea Maria Antonini che, a nome della Provincia, ha ribadito l’importanza dell’area montana. “Siamo davvero soddisfatti e stupiti – ha evidenziato Antonini – come ad ogni tappa del Festival ci sia una risposta fortissima da parte delle comunità coinvolte che con il loro calore, la loro amicizia e il loro sostegno ribadiscono la grande umanità che caratterizza e connota tali zone”.

L’Assessore ha ricordato poi come sia la Pro Loco di Montemonaco, sia il Comitato di Festeggiamenti di Vallegrascia che, hanno fattivamente contribuito alla riuscita dell’evento, saranno impegnate domenica 7 luglio nella celebrazioni della festa della Madonna delle Grazie. Infine, ad allietare la giornata all’aria aperta sono state le note del gruppo “Banda Liberatori” che ha animato la splendida località dell’ascolano.


Articolo: www.provincia.ap.it
Foto: Carlo Lanciotti
Un momento della tavola rotonda